Diario americano di una ragazza giapponese by Yone Noguchi

Diario americano di una ragazza giapponese by Yone Noguchi

autore:Yone Noguchi [Noguchi, Yone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Elliot
pubblicato: 2021-01-14T22:00:00+00:00


15 gen. – Era appena calata la notte.

Solo dieci minuti prima un certo Jim (ho sentito qualcuno chiamarlo così) aveva acceso una lanterna di carta con la scritta TOMALES. È il proprietario di un chiosco di cibo di strada situato di fronte al mio negozio. In giro c’erano parecchi fannulloni. A quell’ora di sabato i clienti sono pochi. Avevo tutto il tempo per osservare la loro pigra parata.

Poi i canti scherzosi di quei perdigiorno sono cessati.

Quel che è accaduto dopo a Dupont Street è così strano che ho pensato di trovarmi in un sogno.

Il barista del Remember the Maine è venuto a parlarmi.

Remember the Maine è un nome orribile, sinistro come una donna sdentata.

Mi sono chiesta cosa potesse volermi dire il signor Barista.

Gli ho offerto una sigaretta.

«Ha mai sentito un grido agghiacciante di notte?» ha esordito, con un’espressione grave in volto.

«Un grido? No!».

«Non fa niente…».

Si è voltato. Ho pensato che stesse inscenando un vieto trucco da cantastorie per stuzzicare la mia curiosità.

«Perché me lo ha chiesto?».

Sapevo di essere caduta nella sua trappola.

«Non vorrei spaventarla».

«No! Io non…» mi sono piegata in avanti. «Dunque…».

Si è fermato, guardandosi attorno.

«La sua cucina – non si allarmi – è vicina a una stanza infestata di una casa di Pine Street. Proprio così. In quell’appartamento viveva – ormai circa cinque anni fa – una ballerina di fila con la sua matrigna. Pensi! Quella vecchia comare di sessantacinque anni si era invaghita dell’innamorato di sua figlia. Capisce? Una mattina ha visto il giovane che baciava la ragazza. È impazzita. Gli ha sparato. Non è terribile? L’assassina si è appoggiata al muro della sua cucina e ha gridato: “L’ho ucciso!”. Le giuro che è tutto vero. Così, si dice che di notte, dalla sua parte, si senta un lamento».

«O cielo!» ho esclamato senza fiato.

«Questo è tutto».

L’uomo se n’è andato con passo lento.

Dovevo crederci?

“No e poi no!” mi sono detta.

L’atmosfera tuttavia era diventata pesante.

Una sensazione sgradevole si era fatta strada dentro di me.

Come potevo arrischiarmi a entrare in cucina?

Ho chiuso il negozio.

Fuori ho esposto un pezzo di carta con su scritto: NIENTE AFFARI STASERA.



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